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Prima Dopo

Dada e
la pubblicità

«Agenzia di Pubblicità DADA: ci distinguiamo dalle altre agenzie pubblicitarie perché non utilizziamo i mezzi comuni, ma adottiamo una forma individuale per ogni nostra pratica. Venite da noi con i vostri problemi. DADA è ciò di cui avete bisogno.»
Richard Huelsenbeck, Almanacco DADA, 1920

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Dada

1916

Investite in Dada!

Rudolf Kuenzli
Archivio Dada Internazionale
Università dello Iowa

Le opere e le manifestazioni Dada hanno mantenuto una radicalità e una freschezza che, come sempre accade, seduce gli iconoclasti della cultura infastiditi dal tran tran quotidiano. Nel loro tentativo di decostruire l’ordine sociale in cui vivevano e i suoi valori, i Dada intervennero nei mass media. A Berlino presentarono in una nuova veste, lavorando con forbici e colla, i miti culturali e politici propagandati dalla stampa. Nei loro collage e nei loro fotomontaggi, la realtà sociale si dissolveva in un circo giocoso sospeso tra humor e anarchia. Nelle riviste illustrate le immagini della “donna nuova” furono ritagliate per rivelare la vera natura di questo nuovo tentativo di mercificazione. In aggiunta al gusto del “taglia e incolla”, i Dada di Berlino si appropriarono anche strategicamente del linguaggio commerciale, parodiandolo. Presentandosi come un’agenzia pubblicitaria, distribuirono volantini che proponevano servizi di prima qualità per imparare a mentire senza scrupoli. Attaccando il capitalismo e l’accumulo di ricchezza, i Dada pubblicarono il testo “Invest in Dada!” (“Investite in Dada!”) poiché Dada è la sola cassa di risparmio che paga interessi in eternità. E pubblicizzarono una serie d’istituzioni che si facevano beffe della classe borghese dominante: i Centri del Sesso Dada e l’Istituto Dada per la Dissoluzione degli stati

Parodiando l’affarismo, Marcel Duchamp considerò l’idea di vendere braccialetti su cui era incisa la parola Dada. Voleva pubblicizzarli come protezione contro ogni genere di malattia. Ed Elsa von Freytag-Loringhoven scrisse una serie di poesie, “Subjoyrides”, che chiamò “ready-mades”. Consistono in un collage di slogan pubblicitari, per lei la cultura mercantile rappresenta la natura più profonda del linguaggio americano. Questi collage trasformano il superficiale linguaggio pubblicitario in un esilarante nonsense.

Oggi i brandalist - gli attivisti anti pubblicitari - e gli altri sabotatori culturali sono i degni eredi dei dada berlinesi e della loro lotta contro la mercificazione.

Dada

2016

Eliminiamo la pubblicità dai nostri browser!

Anita Hugi & David Dufresne

Tutto è iniziato da qui «DADA è un microbo vergine».
Tutto è iniziato da Tzara.

Il nostro DADA-Block è un microbo, un virus informatico, un piccolo granello di sabbia digitale in un ecosistema che ci abbraccia così strettamente da soffocarci. O, forse meglio, si tratta di un sistema d’intercettazione, di tutti i banner digitali che spiano le nostre abitudini e frugano nelle nostre vite e nei nostri hard disk. Un sistema apparentemente gratuito, e che paghiamo in contanti: se è gratuito, è solo perché sei tu il prodotto, un ritornello ben noto!

Così è nata la nostra hacktion. Il nostro Dada-Block è un capriccio. Eliminiamo la pubblicità dai nostri browser! Viriamo di legame in slegame, da zone d’autonomia temporanea a utopie filibustiere, da opere DADA a slogan DADA, loro che erano così bravi nel deviare la pubblicità al servizio dei loro fini! Deviamo la pubblicità, come lei devia le nostre vite! Ancora Tzara: «Dada ha messo la realtà stessa della pubblicità al servizio dei suoi fini pubblicitari». Tutti dei Cabaret Voltaire! Assenzio a tutti i piani! Il nostro Dada-Block è una buffoneria sorta dal nulla. D-Ad-A ! D-Ad-A ! D-Ad-A !

E tutto è iniziato qui, con quest’idea di distruggere per ricostruire meglio, quella tabula rasa così cara alla piccola banda di Zurigo del 1916. Il saggista americano Greil Marcus, che potrai incontrare nel nostro anti museo, il Deposito Dada, scrive: «Fare tabula rasa aveva portato i Dadaisti alla vita, ma senza aspettarsi niente dal futuro». Con Snowden, le nostre utopie di un web libero, totale, e totalmente libero, hanno subito un colpo quasi fatale. Oggi, dall’altra parte del DADAPHONE c’è la NSA. Buongiorno NSA! E ogni pubblicità è suo obiettivo alleato: ogni pubblicità ci traccia, ci bracca, ci fracassa. Ogni pubblicità ci abitua all’idea dello spionaggio volontario. Con il DADA-Block, vai tranquillo: questa estensione per browser web è priva di qualsiasi programma spia.

Il nostro Dada-Block è un microbo vergine.
In avanti Dada!