Liberati di Google, Apple, Facebook e Amazon con il tuo telefono! Viva il Senza fili! GAFA-Ti! GAFA-tevi!

Comincia a combattere Comincia a combattere e=

Disconnessione

La connessione con il tuo telefono si è interrotta. Per favore riapri il programma e ricollegati con la tua marionetta.

- Se la riconnessione non avviene automaticamente clicca sul pulsante ricarica per ricollegare la tua marionetta GAFA -

Dada e
le marionette

«Distruggere un mondo per sostituirlo con un altro, dove nulla esiste,
questa era in sostanza la parola d’ordine di Dada»

Georges Ribemont-Dessaignes, Déjà jadis ou Du mouvement dada à l'espace abstrait, 1958

I re del mondo reclamano i propri buffoni. L’ora della battaglia DADA contro i GAFA è suonata. Google, Apple, FaceBook, Amazon, attenti: i DADA sono pronti. Per vivere pienamente l’assurda battaglia, prepara il tuo telefono cellulare davanti allo schermo del computer (in alternativa i tasti D e A della tua tastiera sono degni sostituti). E poi balla. Balla. Balla. Più giù. Sempre più giù, ma con grande dignità! Go, DADA, go!

Dada

1916

Dada sveglia

Marina Rumjanzewa
autrice e regista, vive a Zurigo. è autrice del film documentario

«Aprite finalmente le vostre teste! Rendetele libere per le richieste del tempo!» – proclama un manifesto DADA. Nato in un’epoca radicale, Dada ha portato un’arte nuova e radicale – con un linguaggio nuovo, con nuove forme, ma soprattutto con una nuova sensibilità artistica e una nuova esigenza.

Dada non voleva essere arte da salotto per decorare i soggiorni borghesi, o arte da ammirare nei musei e nei salotti. Dada non cercava la bellezza o l’«estetica». Non voleva «coccolare» il suo pubblico, ma scuoterlo, voleva intervenire direttamente nella vita, scatenare qualcosa. Era un’arte di protesta.

Dada era una reazione alla prima guerra mondiale che, per la gente del tempo è stata una catastrofe di proporzioni mai viste prima. I popoli si macellavano a vicenda, utilizzando tutte le conquiste del progresso tecnico – i carri armati, le mitragliatrici e i gas tossici. La guerra si portò via 17 milioni di persone, lasciò dietro di sé milioni di invalidi. Molte opere Dada sono direttamente collegate a questa guerra.
Come la «Sentinella» della svizzera Sophie Taeuber, una delle 17 marionette Dada per lo spettacolo di burattini «Re Cervo», che l’artista aveva realizzato a Zurigo nel 1918. La «Sentinella» è un essere «tecnico» – composto da forme geometriche, di legno lavorato al tornio, di colore «metallico», con cinque teste senza volto, impersona una moderna macchina da guerra, che non potrà mai fuggire. Con le sue cinque braccia, e un’arma contundente in ognuna di esse, la «Sentinella» può spostarsi in ogni direzione, può sferrare degli attacchi, anche simultanei, da tutte le parti – grazie alle sue giunture fatte di anelli metallici, può muoversi senza nessuna limitazione, è onnipotente e imprevedibile: una potenza di combattimento anonima, assoluta. Un’allegoria che fino ad oggi, non ha ancora perso né forza, né, purtroppo, attualità.

 

Dada

2016

Google domina il sapere, Amazon controlla la merce, Facebook scheda, e Apple arraffa il piatto.

Anita Hugi & David Dufresne

Da qualche parte nella Vilicon Salley, California, quattro giganti sorridono a ognuna delle nostre connessioni. Nella Valle dei cattivi, che suscitano invidie e gelosie, vengono chiamati GAFA -per Google, Apple, FaceBook, Amazon. Queste compagnie, più potenti di alcune nazioni del G20, rappresentano sia la nostra salvezza digitale sia le nostre vertigini digitali; un mondo totalitario, e di liberazione; un universo folle, intrigante come un valico doganale abbandonato e intrepido come una lancetta dei secondi che sta al di sopra della nostra testa a mo’ d’intimidazione ininterrotta.

Google domina il sapere, Amazon controlla la merce, Facebook scheda, e Apple arraffa il piatto.

Tristan Tzara, di altra tempra visionaria rispetto a Steve Jobs, ci aveva già avvisati (1920): «I banchieri del linguaggio riceveranno sempre la loro piccola percentuale sulla discussione». È oramai tempo di passare alla cassa, compagni dei mari torbidi, del web profondo, e delle profondità della merce. Umba, Umba! Alziamoci, come fantocci disarticolati, e lanciamoci con slancio nell'ultima cosa che ci resta da fare: ballare.
Balla fino alla nausea, tutti i modem accesi. DADA, è tutto oltre ogni limite.
Balla come si agitava l'artista Sophie Taeuber sulla minuscola scena rivoluzionaria del piccolo Cabaret Voltaire. Taeuber, anche creatrice di marionette futuriste come The Guard (La Guardia), qui (rap) presentata.

Greil Marcus, la nostra anti-guida del nostro anti-museo, il DADA-Dépot, riassume: «Dada è una profezia, ma che non aveva nessuna idea di ciò che era profetizzato, e la sua forza era di non preoccuparsene.»

Un Ballo DADA, non tanto per trasformare la tecnologia – come i DADA, l’arte – quanto per modificare le condizioni della sua produzione, e della nostra percezione – come i DADA, il loro tempo – ballare e ancora ballare per cambiare le nostre consuetudini e la nostra vita connessa. Ballare ridendo fino alle lacrime davanti ai semi-Dei che si prendono per Super-Uomini, i profeti di sventure tutti a colori: Jobs, Bezos, Zuckerberg, più DADA che natura.